COMITATO SAN  DOMENICO ONLUS  

PONTIFICIO ORGANO  "DOM BEDOS-ROUBO" BENEDETTO XVI

Manifestazione Internazionale in Verona, 14 Aprile 2007 

"Giornata di Studi Organo Dom Bedos-Roubo"

COMITATO SAN  DOMENICO ONLUS  - RIETI

RACCOLTA FOTO MANIFESTAZIONE 14 APRILE 2007

INTERVENTO DI J.P DECAVELE


 

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Si e' svolto il 14 aprile 2007, in Verona presso la Bottega Artigiana del M° Bartolomeo Formentelli, la giornata di studi sul trattato Enciclopedico Dom Bedos. Nel corso della Manifestazione e' stato possibile visitare l'avanzamento dei Lavori, oramai prossimi al termine, per l'Organo Monumentale Roubo-Dom Bedos.

Presenti il rappresentante del ministero della cultura Francese, Jean Pierre Decavele, il rappresentante dello stato vaticano Mons. Palombella, il Comitato San Domenico, organisti di fama internazionale: Hadrien Jourdan, Frederic Muňoz, Umberto Forni, Sergio Vartolo e rappresentanti della Stampa (Il Corriere di Rieti, il Tempo di Rieti e la Press Agency Telpress, che ha curato le riprese).

L’incontro e’ iniziato con la visita dei Lavori del grande Organo per la chiesa di San Domenico in Rieti. E’ seguito poi l’intervento di Mons. Palombella, che ha sottolineato l’aspetto culturale di questo strumento, che storicamente e’ stato uno degli elementi unificanti l’Europa. Il Monsignore ha  confermato l’apprezzamento del Vaticano, ed in particolare del Segretario di Stato  Vaticano S.E. Tarcisio Bertone, per l’opera di Rieti;

 

L’Organo di Rieti avrà ufficialmente la valenza di
“Pontificio Organo Dom Bedos - Benedetto XVI”

 

Durante l'incontro, Monsieur Decavele ha ufficialmente ringraziato l'Italia per aver realizzato per prima l'opera d'arte descritta dal Dom Bedos, e cioe' un grande organo in stile settecentesco, basato sulla misura di 32 piedi alle tastiere (Ovvero, la canna principale equivale a metri 10.20 di lunghezza sulla nota piu’ bassa). Monsieur Decavele ha ricordato che ne esiste un solo esemplare storico in Bordeaux, presso la chiesa di Saint Croix.  Interessante la domanda dell’avvocato Vespasiani a Decavele: “Come mai la Francia, dal governo estremamente Laico, ha tanto dato per la custodia del patrimonio organario, ovvero di strumenti religiosi?”; la risposta e’ stata : “la Francia ha leggi estremamente stabili riguardo la conservazione del patrimonio artistico nazionale, e pertanto tutela in modo efficiente anche gli organi storici, considerandoli beni di interesse rilevante per il paese.”  (NOTA : E' doveroso pero' ribadire che : in Francia, con la rivoluzione e sino ad una famosa legge dei primi del '900, tutti i beni della Chiesa sono stati nazionalizzati. Pertanto le chiese e gli organi non sono di proprietà delle parrocchie, bensì dello Stato che si occupa direttamente anche della loro manutenzione. Per questo gli organi storici vengono classificati (c'è un registro per le casse ed uno per la parte strumentale) e gli interventi vengono decisi e finanziati dallo Stato. Per cui, in questa ottica, non si spendono denari dello Stato per valorizzare un patrimonio religioso, bensì lo si fa per un patrimonio storico - artistico in sè)

 

Cita l'esperto Sergio Colasanti (Roma) : "e' da notare che l'Organo del Giubileo" e' stato voluto dalla giunta di Sinistra (Argan)  di allora in Roma, che sposo' la bontà del progetto, al di là di facili pregiudizi politici. L'organo e' stato poi collocato in Santa Maria degli Angeli in Roma dalla giunta Veltroni. Pertanto la Cultura e' universale e non ha colore politico."

 

J.P. Decavele ha inoltre ricordato che il piu'  grande organo basato sul 32’ secondo il Dom Bedos fu  purtroppo distrutto durante  la rivoluzione francese. Pertanto, ad oggi, il Dom Bedos di Rieti sarà l'unico grande organo con tali caratteristiche mai costruito in Europa. Monsieur Decavele ha sostenuto inoltre che lo strumento consentirà l'esecuzione della letteratura organistica di tutta Europa, a partire da Perotrain (XII secolo) fino ad arrivare a Felix Mendellson (Fine 1800).

Nel corso della manifestazione sono stati esibiti una copia originale del trattato  enciclopedico “L’art du Facteur d’Orgue) di Dom Bedos de Celles (1765) , e alcuni esemplari di canne originali, costruite dal monaco benedettino Dom Bedos  nel secolo XVII. Dopo la tavola rotonda.

E’ seguito un concerto su Clavicembali francese del 1600 e Italiano, che ha sollevato quasi una competizione sulla migliore qualità del suono: italiano o francese. In serata i partecipanti hanno potuto infine ascoltare un concerto sull’Organo Giuseppe Bonatti del 1716, già suonato da Mozart, tenuto dai Maestri Forni, Munoz e Jourdan.

Ricordiamo a tutti la possibilità di collaborare all'Organo Dom Bedos. I contributi all'organo, (Comitato San Domenico-Onlus)  sono deducibili del reddito e il contributore potrà vedere inciso il proprio nome su una canna dello strumento.

 

Programma della Manifestazione

Ore 930 -13.00 - Visita Guidata Presso la Bottega Artigiana  - Lavori Organo Roubo-Dom Bedos 

Ore 11.00-13.00 - Convegno: Saluto e Presentazione dei Partecipanti - Introduzione all’Arte Organaria Classica Francese  - Estetica, Stile e Gusto  - Storia e Presentazione dei Trattati  - Descrizione dello Strumento – Scelte e Criteri di Realizzazione

Ore 14.30-15.45 - Tavola Rotonda : Discussione sui seguenti Temi : Perche’ un’opera Monumentale a Rieti: Storia di un Progetto - Arte Organaria tra Passato e Futuro al servizio della liturgia, della specializzazione, dell’insegnamento, della diffusione dei valori legati all’Artigianato, alla Musica e alla Fede

Ore 16.00-17.00 - Concerto Inaugurale dei Clavicembali di Scuola Francese del '600 e di Scuola Italiana del 1700 "Rezzonico" , copia di B.Formentelli

Ore 21.00-23.00  - Verona: Chiesa di San Tomaso Cantuariense  : Concerto d’Organo a tre – Repertorio Italiano, Spagnolo e Improvvisazione finale sull'organo Giuseppe Bonatti (1716) suonato da Wolfgang Amadeus Mozart (Maestri Umberto Forni, Hadrien Jourdan, Frederic Munoz)

E' seguita una  visita a piccoli gruppi in cantoria.

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FOTO MANIFESTAZIONE

 

 

 

 

 

 

 

Organo Dom Bedos de Celles
in Saint Croix, Bordeaux (1744)

basato sul 32'

Sito Ufficiale (FR)

 

 

 

 

 

Intervento J.P. Decavele (Ministero della Cultura Francese)

(Note e collegamenti  di  Tigli Filippo)

Nel 1600, la forte spinta e influenza culturale del Belgio e delle ricche Fiandre spostò l'interesse per l'Organo dal Nord Europa fino a Spagna, Francia ed Italia.Nel centro Italia sono infatti note documentazioni del XVI/XVII secolo che riportano contatti tra Fiamminghi e Italiani nel campo dell'arte Organaria. La comune matrice rinascimentale del "Ripieno" dell'organo si differenzierà poi nel XVIII secolo, partendo da caratteristiche comuni per gli strumenti antecedenti e poi caratterizzandosi differentemente per ogni Paese proprio nel XVIII secolo, ovvero "l'Age D'Or" dell'organo.

L'Age D'Or dell'Organo

In Francia si hanno grandi cambiamenti. L'organo viene spostato in fondo alla Navata di edifici spesso grandissimi, viene reso potente e complesso, con molti registri ad ancia dal forte colore e molto grandi. I registri di concerto si alternano con i cori durante la liturgia. Proprio in Francia vi e' lo sviluppo dei Flauti, delle Terze "viscerali" dal suono suggestivo, ed in parallelo con i registri ad ancia si sviluppano i "dialoghi" tra Grande Organo e Positivo Tergale (Positif); queste caratteristiche sono assenti invece nella tradizione organaria Italiana del XVII secolo, ove l'organo e'  posto solitamente in cantorie sui transetti, e raramente offre piu' di uno o due registri ad ancia (Tromboncini corti o Cornamuse)

La figura di Dom Bedos de Celles

In questo Periodo spiccano le figure dell'Organaro Benedettino Dom Bedos de Celles e del maestro ebanista e incisore Roubo le Fils. Prima che ottimi enciclopedisti o artigiani, loro sono innanzitutto Organari. Dom Bedos era molto conosciuto e stimato, tanto è vero che era chiamato al collaudo e al giudizio delle opere dei colleghi, quasi un supervisore. L'abilità inconsueta di questo artista lo ha portato a offrirci quell'opera mirabile dei III volumi de "L'art du Factuer d'Orgue", le cui tavole hanno qualità grafica eccezionale, invidiata per questo dagli stessi enciclopedisti per eccellenza Diderot e D'Alembert. L'opera organaria piu' impressionante di Dom Bedos e' l'organo di San Croix in Bordeaux, costruito dal 1744 al 1750 circa, oggi ricostruito. Il trattato"L'art du Factuer d'Orgue" viene invece completato nelle sue III parti nel 1765. Questo e' considerato basilare per la formazione dei maestri organari, fino ad essere consigliato perfino da Aristide Cavaille Coll , grande organaro francese del XIX secolo.

Un organo basato fonicamente sul 32' Piedi

 L'organo Dom Bedos di Rieti sarà unico ed importantissimo. Essendo fondato sui principi del Dom Bedos, come hanno fatto gran parte dei Maestri dei secoli scorsi, l'organo avrà sicurezza di resa fonica unica e armoniosità rispetto all'ambiente.  Il 32' di Rieti e' reale a partire dal Fa1 e "tappato" (Cioè con canne in legno di lunghezza pari a metà del 32', ovvero partono da 4.875 metri (1 Piede=30.48 cm X 32 = 9.750 metri). Dopo il Fa1 le canne hanno lunghezza reale di 7 metri e sono in mostra. Ad oggi in Europa,  esistono pochi strumenti storici basati sul 32'  (Come il discusso Riepp di Digione, o, in Italia, lo splendido Luca Blasi di San Giovanni in Laterano, con il 24' in facciata, l'antichissimo San Petronio di Bologna e alcuni piu' recenti opere dei Serassi). Per quanto concerne la Francia, oltre all'organo Dom Bedos di Saint Croix de Bordeaux, testimonianze di registri di 32' sono stati lasciati da Cavaille Coll dopo la ricostruzione dell'organo di Saint Sulpice. L'organo di LeFevre della Cattedrale di Tours, anch'esso di 32', e citato dal Dom Bedos fu  purtroppo distrutto  durante la rivoluzione francese. Rimangono poi Poitiers e San Simon, ma basati sul 16'. 

Complimenti,  Italia!  

Monsieuer Decavele ha confessato di aver avuto un sogno. Ricostruire in Francia un organo Dom Bedos basato sul 32'. Non si e' mai riusciti a tanto. Pertanto egli porge i complimenti all'Italia, ovvero a Rieti, per aver concretizzato la sfida per primi.

"Europeismo" del Dom Bedos

Dom Bedos de Celles aveva viaggiato per tutta l'Europa, in Germania in particolare. Aveva una cultura enorme; tra l'altro coglieva il bilanciamento del progetto dell'organo in funzione dell'ambiente che lo avrebbe ospitato. Questo importante aspetto della progettazione e' nel trattato Dom Bedos, ed e' ad esso che ci si e' rifatti per la collocazione dello strumento di Rieti nella chiesa di San Domenico, di metri 60 x 18 di altezza. Mr Decavele sostiene che sull'organo Dom Bedos di Rieti sarà possibile suonare letteratura Italiana, Francese, Tedesca, Spagnola e Fiamminga, a partire da Perotrain (XIII secolo)  fino a Mendelsson, utilizzando compromessi esecutivi tipici dell'arte organistica di alto livello europeo, quali la trasposizione e l'utilizzo sapiente dei registri meccanici con l'ausilio di una persona "tiraregistri".  Sarà prevista sullo strumento di  Rieti la possibilità di sostituire "al volo" la pedaliera alla Francese con una di tipo diritto alla tedesca, per meglio soddisfare ogni esigenza esecutiva. Per la letteratura Francese e Spagnola, l'organo di Rieti offrirà lo stupendo registro in mostra orizzontale ("En Chamade") della Tromba di 8'.
 

 

IL TRATTATO
"L'ART DU FACTUR D'ORGUE
"

 

Il Trattato Dom Bedos

Erudito matematico e geometra, Dom bedos era corrispondente dell'Accademia Reale delle Scienze di Francia, egli pubblicò il suo accuratissimo trattato in quattro parti. La prima nel 1765, la seconda e la terza nel 1770, e la quarta infine nel 1778. Questa contiene la prefazione generale, la tavola dei materiali e un importante dizionario dei termini tecnici. Nel trattato si descrivono in dettaglio addirittura gli innumerevoli attrezzi indispensabili per esercitare correttamente l'arte del costruttore d'organi.

 

Il Trattato "l'Art du Maitre Menuisiere" di Roubo le Fils

 Il trattato e' del 1769. A 22 anni, Mr. Roubo e' a Parigi, anche egli all'Accademia delle Scienze e delle Arti e la sua esperienza sembra già rilevantissima, nonostante l'età giovane. Infatti egli era in grado di scrivere un trattato di valenza enciclopedica su tutta l'arte della falegnameria e dell'ebanisteria (I) , estesa addirittura alla costruzione delle diligenze e delle carrozze del Re di Francia (II Parte), per arrivare infine all'arte dell'arredamento dei giardini (III parte); l'ultima e quarta parte arriva

 addirittura alla realizzazione delle scatolette per oggettistica e collezionismo. Il trattato raggiunge complessivamente le 1500 pagine; le copie sono state acquistate perlopiù da stranieri e ve ne sono pochissime in Francia. E' considerato il riferimento mondiale dell'arte di falegnameria e intarsio stile Luigi XV; in età avanzata Roubo ha lavorato con l'architetto del Re di Francia, Londel.

LA CASSA DELL'ORGANO DI RIETI

E' ispirata integralmente al primo volume. Le lavorazioni del Legno sono estremamente raffinate, come già si puo' vedere dall'intarsio del Positivo dell'Organo di Rieti. Tutti i pannelli recano bordature e lavorazioni pari alla casse riportate nel Dom Bedos.