Intervento J.P. Decavele (Ministero della Cultura Francese)
(Note e collegamenti di
Tigli Filippo)
Nel 1600, la forte spinta e
influenza culturale del Belgio e delle ricche Fiandre spostò l'interesse per
l'Organo dal Nord Europa fino a Spagna, Francia ed Italia.Nel centro Italia sono
infatti note documentazioni del XVI/XVII secolo che riportano contatti tra
Fiamminghi e Italiani nel campo dell'arte Organaria. La comune matrice
rinascimentale del "Ripieno" dell'organo si differenzierà poi nel XVIII secolo,
partendo da caratteristiche comuni per gli strumenti antecedenti e poi
caratterizzandosi differentemente per ogni Paese proprio nel XVIII secolo,
ovvero "l'Age D'Or" dell'organo.
L'Age
D'Or dell'Organo
In Francia si hanno grandi
cambiamenti. L'organo viene spostato in fondo alla Navata di edifici spesso
grandissimi, viene reso potente e complesso, con molti registri ad ancia dal
forte colore e molto grandi. I registri di concerto si alternano con i cori
durante la liturgia. Proprio in Francia vi e' lo sviluppo dei Flauti, delle
Terze "viscerali" dal suono suggestivo, ed in parallelo con i registri ad ancia
si sviluppano i "dialoghi" tra Grande Organo e Positivo Tergale (Positif);
queste caratteristiche sono assenti invece nella tradizione organaria Italiana
del XVII secolo, ove l'organo e' posto solitamente in cantorie sui
transetti, e raramente offre piu' di uno o due registri ad ancia (Tromboncini
corti o Cornamuse)
La figura di Dom Bedos de Celles
In questo Periodo spiccano le
figure dell'Organaro Benedettino Dom Bedos de Celles e del maestro ebanista e
incisore Roubo le Fils. Prima che ottimi enciclopedisti o artigiani, loro sono
innanzitutto Organari. Dom Bedos era molto conosciuto e stimato, tanto è vero
che era chiamato al collaudo e al giudizio delle opere dei colleghi, quasi un
supervisore. L'abilità inconsueta di questo artista lo ha portato a offrirci
quell'opera mirabile dei III volumi de "L'art du Factuer d'Orgue", le cui tavole
hanno qualità grafica eccezionale, invidiata per questo dagli stessi
enciclopedisti per eccellenza Diderot e D'Alembert. L'opera organaria piu'
impressionante di Dom Bedos e' l'organo
di San Croix in Bordeaux, costruito dal 1744 al 1750 circa, oggi
ricostruito. Il trattato"L'art du Factuer d'Orgue" viene invece completato nelle
sue III parti nel 1765. Questo e' considerato basilare per la formazione dei
maestri organari, fino ad essere consigliato perfino da
Aristide Cavaille
Coll , grande organaro francese del XIX secolo.
Un organo basato fonicamente sul
32' Piedi
L'organo
Dom Bedos di Rieti sarà unico ed importantissimo. Essendo fondato sui principi
del Dom Bedos, come hanno fatto gran parte dei Maestri dei secoli scorsi,
l'organo avrà sicurezza di resa fonica unica e armoniosità rispetto
all'ambiente. Il 32' di Rieti e' reale a partire dal Fa1 e "tappato" (Cioè
con canne in legno di lunghezza pari a metà del 32', ovvero partono da 4.875
metri (1 Piede=30.48 cm X 32 = 9.750
metri). Dopo il Fa1 le canne hanno lunghezza reale di 7 metri e sono in mostra.
Ad oggi in Europa, esistono pochi strumenti storici basati sul 32'
(Come il discusso Riepp di Digione, o, in Italia, lo splendido Luca Blasi di San
Giovanni in Laterano, con il 24' in facciata, l'antichissimo San Petronio di
Bologna e alcuni piu' recenti opere dei Serassi). Per quanto concerne la
Francia, oltre all'organo Dom Bedos di Saint Croix de Bordeaux, testimonianze di registri di 32' sono stati
lasciati da Cavaille Coll dopo la ricostruzione dell'organo di Saint Sulpice.
L'organo di LeFevre della Cattedrale di Tours, anch'esso di 32', e citato dal
Dom Bedos fu purtroppo distrutto durante la rivoluzione francese.
Rimangono poi Poitiers e San Simon, ma basati sul 16'.
Complimenti,
Italia!
Monsieuer Decavele ha confessato di
aver avuto un sogno. Ricostruire in Francia un organo Dom Bedos basato sul 32'.
Non si e' mai riusciti a tanto. Pertanto egli porge i complimenti all'Italia,
ovvero a Rieti, per aver concretizzato la sfida per primi.
"Europeismo" del
Dom Bedos
Dom
Bedos de Celles aveva viaggiato per tutta l'Europa, in Germania in particolare.
Aveva una cultura enorme; tra l'altro coglieva il bilanciamento del progetto
dell'organo in funzione dell'ambiente che lo avrebbe ospitato. Questo importante
aspetto della progettazione e' nel trattato Dom Bedos, ed e' ad esso che ci si
e' rifatti per la collocazione dello strumento di Rieti nella chiesa di San
Domenico, di metri 60 x 18 di altezza. Mr Decavele sostiene che sull'organo Dom
Bedos di Rieti sarà possibile suonare letteratura Italiana, Francese, Tedesca,
Spagnola e Fiamminga, a partire da Perotrain (XIII secolo) fino a
Mendelsson, utilizzando compromessi esecutivi tipici dell'arte organistica di
alto livello europeo, quali la trasposizione e l'utilizzo sapiente dei registri
meccanici con l'ausilio di una persona "tiraregistri". Sarà prevista sullo
strumento di Rieti la possibilità di sostituire "al volo" la pedaliera
alla Francese con una di tipo diritto alla tedesca, per meglio soddisfare ogni
esigenza esecutiva. Per la letteratura Francese e Spagnola, l'organo di Rieti
offrirà lo stupendo registro in mostra orizzontale ("En Chamade") della Tromba
di 8'.