IL PROBLEMA DEL CEDIMENTO CANNE GRANDI

Aggiornamento 28 Aprile 2024 

 

 


 

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PREMESSA

L’organo Dom Bedos-Roubo è stato costruito da B. Formentelli dal 2004 al 2009, inaugurato a Dicembre 2008 e finito nei primi mesi del 2009. La garanzia di anni 10 oltre quella di legge di anni 2 era subordinata ad un contratto di manutenzione periodica (come di norma in Europa) che non è mai stato stilato, dal Comitato San Domenico prima e dalla Curia Vescovile che è proprietaria dello strumento ad oggi. Pertanto non può essere legalmente richiesta al costruttore, ad oggi. Moralmente l'organaro ha disconosciuto il problema e lo ha ascritto al sole  e alle alte temperature (!). Inoltre anni orsono, egli richiese (grandi) cifre ulteriori, 4 anni dopo il completamento e l'intero pagamento da parte del Comitato di quanto dovuto per l'organo. Questo ha causato sconcerto nell'allora presidente Don Luigi Bardotti, e delusione, oltre a dover chiarire verso il Vaticano stesso che l'organo era stato interamente pagato secondo il contratto proposto (972.000 euro originali, più alcune integrazioni fino a raggiungere il milione di euro (2008).

L'uso dell'organo è demandato al Comitato San Domenico: la manutenzione ordinaria, non è mai stata concretizzata (contratto di manutenzione mai stilato, come spesso accade in Italia) e l'accordatura dei registri ad ancia, nonché piccole operazioni di manutenzione sono effettuate gratis e per amore Dei dal Conservatore Filippo Tigli.

Lo strumento è di assoluta eccellenza artistica come fattura, resa acustica, intonazione e unicità, pertanto ricercato da esecutori, appassionati ed è stato utilizzato per molteplici incisioni discografiche, le ultima in ordine di tempo sono state eseguite da Frederic Deschamps nel 2019 (Noels), Leonardo Carreri e Cristina Banegas.

L’affidabilità meccanica, stabilità della carpenteria, funzionamento e alimentazione del vento sono pressoché’ perfetti (tanto da non aver mai richiesto interventi da parte dell’organaro dalla costruzione ad oggi). L'organo mantiene costante il suo inviluppo sonoro anche esagerando, nell'inserire praticamente tutti i registri. Tuttavia, la scelta di non seguire i consigli del Dom Bedos al 100% , ovvero nel sostenere le canne di grandi dimensioni per la parte superiore e probabilmente errori qualitativi nella preparazione del metallo (forma de dimensioni dei piedi, spessore delle lastre) ha portato all'insorgenza degli odierni problemi di tenuta delle canne di facciata ed in genere delle canne oltre i 10' circa.  

IL PROBLEMA

Il fenomeno si è manifestato all'incirca dopo il 2016 (Terremoto: un catalizzatore? ): questo tipo di problema non è una novità (Purtroppo) nelle costruzioni del grande organaro Barthelemy Formentelli: su alcuni suoi lavori precedenti il problema si era già manifestato. Ci sono stati casi di cedimento in Merano e Santa Galla, e su canne ad ancia in Santa Maria degli Angeli in Roma. Sull’organo di S. Marco in Rovereto il cedimento si manifestò in modo gravissimo, l'intera facciata dovette essere rimossa: qui però un sistema di riscaldamento a convettori posto alle spalle dell’organo ha avuto un ruolo decisivo nella distruzione delle canne di facciata, sottoposte ad escursioni termiche nel fine settimana da 7/8 gradi a 27-30 gradi in poche decine di minuti, ed anche in altre sue realizzazioni.

Interpellato a proposito, B. Formentelli ha dapprima dato la colpa al sole (ma obiettivamente i raggi solari sono limitati a Rieti, in quando verso Sud vi è solamente una finestra, dotata peraltro di tende nel 2014, poi ha ammesso il problema (non aver installato i supporti superiori). Inoltre il cedimento è avvenuto anche all’interno, e su una canna esterna della torre sx che rimane sempre in ombra. Pertanto l’effetto dei raggi solari risulta a mio avviso trascurabile. Le temperature questa estate non hanno superato i 26 gradi all'interno della basilica, nonostante la notevole calura esterna.

Opinioni di terzi hanno posto il problema sull'errata conicità del piede rispetto agli zoccoletti d'appoggio: tuttavia il problema della bocca è occorso anche in canne prive della deformazione del piede, quindi a mio avviso non è rilevante questa osservazione. Personalmente ritengo che la causa sia un mix tra spessori poco uniformi, ma principalmente la mancanza di un sostegno sulla parte superiore della canna (sostegno raccomandato nel trattato Dom Bedos e utilizzato da molti costruttori).

Concludendo: l'organo di Rieti, è di tale fattura da poter essere classificato equivalente ad una opera d'arte da tutelare, come fosse un bene storico: è un testimone della fattura artigianale e dell'arte della costruzione d'organi del passato, ma spostato ad oggi. L'intonazione brillante, la resa fonica ineguagliabile, e l'affidabilità meccanica, nonché la facilità di manutenzione lo rendono fruibile e sempre utilizzabile. Pertanto il problema della facciata va risolto per poter continuare a godere di questo gioiello.

IL PROBLEMA E' COMUNE AD ALTRI COSTRUTTORI

Spesso sui media si butta la croce addosso all'organaro Formentelli, trascurando il fatto che sia stato il solo ad esser capace di portare a compimento opere di questo genere e che l'opera è indiscutibilmente di livello elevatissimo, un unicum a livello mondiale. Nel corso della mia breve attività professionale in campo organario ho potuto riscontrare che il cedimento delle canne è un fatto frequente e affligge anche altri costruttori apparentemente insospettabili. Ovviamente il caso corrente è particolarmente grave perche' l'errore di costruzione affligge putroppo tutte le canne oltre 8'-10' di facciata.

STATO ATTUALE

Ad Aprile 2024 l'organo è assolutamente suonabile. Il degrado procede lentamente e inesorabilmente: si notano deformazioni accanto alla bocca della canna centrale e sul piede di questa. Anche altre bocche si stanno deformando. E' stato effettuato un intervento di "messa in sicurezza" parziale per scongiurare il rischio di un crollo accidentale, che seppur remoto c'e'.  Cio' consente di riprendere l'attività concertistica e promozionale al fine di reperire fondi per il recupero, cosa che è stata fatta il 27 Aprile con la riapertura di san Domenico: moltissimi i visitatori ed i curiosi.

 rispetto all'anno passato non ci sono state evoluzioni significative: però la planarità delle superfici degli scudi sembra compromessa: la canna centrale piu' grande manifesta deformazione della bocca sul lato sinistro e sul piede in modo preoccupante. Le sezioni dei piedi non sono piu' circolari ma fortemente ovalizzati. Risultano crollati quasi tutti i piedi delle 25 canne di facciata, con "acciambellamento" della punta e conseguente abbassamento della canna di 5/8 cm verso il basso: le maggette e le rastrelliere della facciata sono in grande sofferenza. Alcuni tubi portavento risultano schiacciati per uno scorretto montaggio (privo di sostegni). Ad oggi lo strumento è suonabile, con l’eccezione delle canne alle quali è crollata la bocca (attualmente 3 canne, 2 in facciata, con il pericolo imminente di una terza, e di una interna del Montre 32'). Altre canne presentano emissione di suono flebile per l'incipiente deformazione: la bocca inizia a deformarsi, ed i lati risultano inclinati. In particolare, le 5 canne interne della Montre 32 mostrano tutte deformazioni delle bocche, che preludono al crollo della bocca: una di queste recentemente ha collassato chiudendo del tutto la bocca.

 

 

 

TORRE LATERALE SX

 

 

Qui abbiamo il caso peggiore, con il cedimento di 2 canne. La maggiore centrale fu la prima, recentemente ha ceduto (stranamente) anche una canna di piccole dimensioni, l'esterna sx, di circa 8-9 piedi. In questo caso l'origine sarebbe ascrivibile a un errore dello spessore dello stagno

 

 

TORRE LATERALE SX

Vista dall'interno del cedimento della bocca della canna centrale

La canna per ora sembra stabile in questa posizione, con la bocca chusa, ma ovviamente non si può escludere la progressione della deformazione

TORRE CENTRALE

Vista dall'interno del cedimento del piede canna centrale  (la più grande)

Il cedimento ha provocato l'abbassamento complessivo delle canne di facciata verso il basso con conseguente rotazione delle rastrelliere e sforzo evidente sulle maggette.

Tuttavia per ora il crollo verso il basso delle canne è a mio avviso improbabile (MA NON ESCLUDIBILE AL 100% !!!) per via delle decorazioni in legno nella parte superiore della torre, che avvolgono le canne per una discreta lunghezza.

La situazione viene monitorata molto spesso per valutare al meglio eventuali rischi

 

 

CANNE INTERNE DELLA MONTRE 32'

Le 5 canne di grandi dimensioni all'interno della cassa del Grand'Organo, sul fondo, presentano anche esse i gravi problemi occorsi sulla facciata, nonostante la diversa fattura del metallo. Qui il primo cedimento della bocca della più piccola: anche i piedi hanno ceduto. Tuttavia le bocche delle altre presentano deformazione a trapezio, che prelude al successivo crollo.

 

MESSA IN SICUREZZA TEMPORANEA

Onde evitare possibili cadute, sono state poste in opera cinte in tessuto a fasciare ed assicurare le canne di facciata al telaio dello strumento. Le fasce compiono in pratica il medesimo lavoro delle maggette, che sono in sofferenza a causa della discesa delle canne verso il basso dovuto allo schiacciamento del piede. Ovviamente la situazione è sempre monitorata. In tal modo si può usare lo strumento in sicurezza. Ora la fase del recupero totale è assolutamente impellente

 

 

 

COSA FARE

Ho personalmente sollecitato più volte gli attori (Comitato San Domenico e Curia) ma tuttavia ad oggi nessuna azione pratica è stata intrapresa. In parallelo ho lanciato l'allarme per il grave attacco del tarlo in corso sulle sedie in castagno di San Domenico l'insetto si sta estendendo all'organo ed a mio avviso anche alle travi del tetto. Il degrado della parte posteriore della chiesa (preda dei piccioni) è noto a tutti gli attori interessati:  ma anche qui nonostante le sollecitazioni, nulla è stato fatto ad oggi. La Curia è a conoscenza dello stato dell'organo, ma nulla succede, eccetto considerare la chiesa di San Domenico alla stregua di un magazzino.

IL DISINTERESSE DELLA CURIA

Dopo la morte di Don Luigi, la Curia di Rieti non si è interessata affatto del pregevole strumento, che oggi funziona solo per le cure del conservatore Filippo Tigli (interventi di ordinaria manutenzione sulla meccanica: rare registrazioni, qualche tirante del pedale in ottone che si usura). Come molti casi in Italia, l'organo  non è considerato dalle Diocesi.

 

 

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