PREMESSA
L’organo Dom
Bedos-Roubo è stato costruito da B. Formentelli dal 2004 al 2009,
inaugurato a Dicembre 2008 e finito nei primi mesi del 2009. La garanzia
di anni 10 oltre quella di legge di anni 2 era subordinata ad un
contratto di manutenzione periodica (come di norma in Europa) che non è
mai stato stilato, dal Comitato San Domenico prima e dalla Curia
Vescovile che è proprietaria dello strumento ad oggi. Pertanto non può
essere legalmente richiesta al costruttore, ad oggi. Moralmente
l'organaro ha disconosciuto il problema e lo ha ascritto al sole e
alle alte temperature (!). Inoltre anni orsono, egli richiese (grandi)
cifre ulteriori, 4 anni dopo il completamento e l'intero pagamento da
parte del Comitato di quanto dovuto per l'organo. Questo ha causato
sconcerto nell'allora presidente Don Luigi Bardotti, e delusione, oltre
a dover chiarire verso il Vaticano stesso che l'organo era stato
interamente pagato secondo il contratto proposto (972.000 euro
originali, più alcune integrazioni fino a raggiungere il milione di
euro (2008).
L'uso dell'organo
è demandato al Comitato San Domenico: la manutenzione ordinaria, non è mai stata concretizzata (contratto di
manutenzione mai stilato, come spesso accade in Italia) e
l'accordatura dei registri ad ancia, nonché piccole operazioni di
manutenzione sono effettuate gratis e per amore Dei dal
Conservatore Filippo Tigli.
Lo strumento è
di assoluta eccellenza artistica come fattura, resa acustica,
intonazione e unicità, pertanto ricercato da esecutori, appassionati ed
è stato utilizzato per molteplici incisioni discografiche, le ultima in
ordine di tempo sono state eseguite da Frederic Deschamps nel 2019 (Noels),
Leonardo Carreri e Cristina Banegas.
L’affidabilità
meccanica, stabilità della carpenteria, funzionamento e alimentazione
del vento sono pressoché’ perfetti (tanto da non aver mai richiesto
interventi da parte dell’organaro dalla costruzione ad oggi). L'organo
mantiene costante il suo inviluppo sonoro anche esagerando,
nell'inserire praticamente tutti i registri. Tuttavia, la scelta di non
seguire i consigli del Dom Bedos al 100% , ovvero nel sostenere le canne
di grandi dimensioni per la parte superiore e probabilmente errori
qualitativi nella preparazione del metallo (forma de dimensioni dei piedi,
spessore delle lastre) ha portato
all'insorgenza degli odierni problemi di tenuta delle canne di facciata
ed in genere delle canne oltre i 10' circa.
IL PROBLEMA
Il fenomeno si
è manifestato all'incirca dopo il 2016 (Terremoto: un catalizzatore? ):
questo tipo di problema
non è una novità (Purtroppo) nelle costruzioni del grande organaro Barthelemy Formentelli: su alcuni suoi lavori precedenti il problema si
era già manifestato. Ci sono stati casi di cedimento in Merano e Santa
Galla, e su canne ad ancia in Santa Maria degli Angeli in Roma. Sull’organo di S. Marco in Rovereto
il cedimento si manifestò in modo gravissimo, l'intera facciata dovette
essere rimossa:
qui però un sistema di riscaldamento a convettori posto alle spalle
dell’organo ha avuto un ruolo decisivo nella distruzione delle canne di
facciata, sottoposte ad escursioni termiche nel fine settimana da 7/8
gradi a 27-30 gradi in poche decine di minuti, ed anche in altre sue
realizzazioni.
Interpellato a
proposito, B. Formentelli ha dapprima dato la colpa al sole (ma
obiettivamente i raggi solari sono limitati a Rieti, in quando verso Sud
vi è solamente una finestra, dotata peraltro di tende nel 2014, poi ha
ammesso il problema (non aver installato i supporti superiori). Inoltre
il cedimento è avvenuto anche all’interno, e su una canna esterna della
torre sx che rimane sempre in ombra. Pertanto l’effetto dei raggi solari
risulta a mio avviso trascurabile. Le temperature questa estate non
hanno superato i 26 gradi all'interno della basilica, nonostante la
notevole calura esterna.
Opinioni di
terzi hanno posto il problema sull'errata conicità del piede rispetto
agli zoccoletti d'appoggio: tuttavia il problema della bocca è occorso
anche in canne prive della deformazione del piede, quindi a mio avviso
non è rilevante questa osservazione. Personalmente ritengo che la causa
sia un mix tra spessori poco uniformi, ma principalmente la mancanza di
un sostegno sulla parte superiore della canna (sostegno raccomandato nel trattato Dom Bedos
e utilizzato da molti costruttori).
Concludendo:
l'organo di Rieti, è di tale fattura da poter essere classificato
equivalente ad una opera d'arte da tutelare, come fosse un bene storico:
è un testimone della fattura artigianale e dell'arte della costruzione
d'organi del passato, ma spostato ad oggi. L'intonazione brillante, la
resa fonica ineguagliabile, e l'affidabilità meccanica, nonché la
facilità di manutenzione lo rendono fruibile e sempre utilizzabile.
Pertanto il problema della facciata va risolto per poter continuare a
godere di questo gioiello.
IL PROBLEMA E'
COMUNE AD ALTRI COSTRUTTORI
Spesso sui
media si butta la croce addosso all'organaro Formentelli, trascurando il
fatto che sia stato il solo ad esser capace di portare a compimento
opere di questo genere e che l'opera è indiscutibilmente di livello
elevatissimo, un unicum a livello mondiale. Nel corso della mia breve
attività professionale in campo organario ho potuto riscontrare che il
cedimento delle canne è un fatto frequente e affligge anche altri
costruttori apparentemente insospettabili. Ovviamente il caso corrente è
particolarmente grave perche' l'errore di costruzione affligge putroppo
tutte le canne oltre 8'-10' di facciata.