L'IDEA
Il tutto viene
alla luce nel 2000-2001, quando il Comitato San Domenico (Onlus)
dopo aver compiuto "l'mmane" opera del restauro della Basilica
di San Domenico, passa al recupero dell'Organo. Si è inteso
pero' non solamente ricostruire uno strumento, ma lanciare
un progetto articolato su 3 cardini fondamentali:
1) l'organo come motore propulsivo
2) un centro didattico sulla musica sacra
3) la fondazione di una bottega artigiana per l'arte organaria e
degli strumenti da tasto.
Non essendo
praticamente giunto nulla a noi dell'originale organo storico
italiano, si è deciso di costruire un organo ex novo ma con
concetti strettamente legati all'arte organaria classica
1) L'ORGANO
Il problema
del recupero della sonorità originali degli strumenti storici è
sempre stato un argomento complesso, irto di polemiche e dispute
basate sull'interpretazione dei reperti storici organari e sulla
trasposizione nel sonoro reale di questi. Negli anni "bui" dell'organaria
italiana (1920-1970) vi è stato un proliferare di strumenti di
concezione industriale costruiti con materiali non di pregio,
con la pretesa di costruire l'organo moderno eclettico in grado
di suonare tutta la musica. Tali strumenti, azionati
elettricamente da faraoniche consolli in stile neoclassico irte
di plastica e formica rappresentavano purtroppo la grande
"evoluzione" dell'organo "ITALIANO" secondo molti fautori ed
entusiasti. La
lavorazione delle Canne e’ andata verso l’industrializzazione, fino a sconfinare
nella riproduzione elettronica mista alle canne, nei cosiddetti "pornofoni",
ovvero orrendi strumenti ibridi decantati dai costruttori come
miracoli della tecnica. I materiali usati , spesso zinco,
compensato e formica, e l’intonazione
hanno restituito suoni certamente molto lontani dall’epoca di J.S. Bach.
Per San
Domenico si è
quindi deciso un progetto radicale! Ovvero la
ricostruzione storica di un organo con metodi, lavorazioni,
materiali assolutamente conformi all'epoca scelta (l'Age d'Or
dell'organo classico francese). Questo progetto è un autentico “viaggio indietro nel tempo”
e consente di assaporare registri dolcissimi e suggestivi
insieme a suoni
potenti e impressionanti, ma assolutamente mi sgarbati, duri e invadenti, sempre e soprattutto armonizzati sapientemente fra
loro. E' stato scelto pertanto l'unico Organaro che NON UTILIZZA CANNE COSTRUITE
AL DI FUORI DELLA PROPRIA BOTTEGA ORGANARIA, ovvero l'artigiano
italo-francese Barthelemy Formentelli. Sicuramente un
personaggio singolare, oggetto di molteplici critiche per
l'atteggiamento provocatorio e radicale della sua idea
dell'organo. Il risultato, assolutamente eccellente alla faccia
delle critiche fatte in sede di costruzione è sotto gli occhi e
le orecchie di tutti nella basilica di San Domenico: e' stato
scelto da Sonus Paradisi per la vendita dei campioni per la
piattaforma Hauptwerk, e ora troneggia nel sito della società
ceca al pari di
organi storici costruiti da nomi sacri
dell'arte organaria storica. Un riconoscimento
internazionale all'assoluto valore storico dello strumento di
Rieti che per
la prima volta realizza il connubio dello splendido modello di Cassa d’Organo in Noce secondo il
trattato di “Falegnameria e lavorazione artistica del Legno” di Msr Roubo le
Fils con un progetto per un grande organo "classique francaise" di Francois Dom
Bedos de Celles
2) Una Scuola di
Musica dalle Basi alla Specializzazione più elevata
Parte integrante del
Progetto era la creazione di un centro musicale e l’istituzione di corsi (dalle
basi fino a corsi internazionali di perfezionamento e
improvvisazione all’organo, avente centro ispiratore nell' Organo Dom Bedos - Roubo.
Dal 2011 sono stati avviati i corsi dell'ISMUS, istituto
superiore di musica sacra Dom Bedos Roubo: nonostante l'assoluta
indifferenza di fondazioni locali che normalmente sono dedite al
finanziamento di attività culturali di ogni genere, la scuola
vive grazie al volontariato. Nel 2012 sono avviati i masters
d'organo. E tutto grazie al fascino dell'organo, che
“Riunisce tutto quanto l’armonia ha di più brillante, maestoso e dolce” (Dom
Bedos – pag. 339 del Trattato lArt du Facteur d'Orgues)