LOCALITÀ:
Rieti
EDIFICIO:
Chiesa di S. Rufo.
AUTORE E
DATA: attribuibile a un Fedeli (probabilmente Giovanni II), sec. XVIII.
UBICAZIONE:
in cantoria, sopra la porta d’ingresso.
CANTORIA:
lignea, sorretta da bussola, con parapetto curvilineo e mensola sagomata,
ornato di ricchi intagli a fogliami e racemi, dipinto.
CASSA E
PROSPETTO: cassa lignea addossata alla parete; prospetto rettilineo a
unica campata, fiancheggiato da paraste intagliate e dorate, sormontato da
cornicione rettilineo con fastigio; festone floreale con teste di cherubini al
centro.
CANNE DI
FACCIATA: 21, di stagno, distribuite in unica campata a cuspide con ali,
con labbro superiore a scudo, bocche allineate e profilo piatto, del Principale
dal Si1.
TASTIERA:
a finestra di 45 tasti (Do1-Do5, con prima ottava corta); diatonici in bosso,
con frontalini intagliati a chiocciola (mancanti su 13 tasti), e cromatici in
legno duro tinto di nero; modiglioni laterali di noce, sagomati.
PEDALIERA:
scavezza, a leggio, di 8 tasti (Do1-Si1), costantemente unita alla tastiera.
REGISTRI:
a destra della tastiera, entro rettangolo di stoffa incollato sulla cassa,
disposti su 2 colonne, a tiranti con pomelli lignei torniti; cartellini moderni
dattiloscritti con inchiostro rosso; sportellino di protezione dei tiranti nella
parte inferiore della colonna interna, di applicazione recente:
Voce
umana dal Do3. Ritornelli del Ripieno non verificabili.
MANTICERIA:
un mantice a lanterna recenziore, all’interno della cassa, azionabile
manualmente a stanga, dotato di elettroventilatore posto all’esterno, in
cantoria.
TRASMISSIONI:
meccaniche, solite. Unione tasto-pedale diretta; trasmissione dei bassi con 2
sistemi di squadrette di ferro battutto e fili di ferro sopra la tastiera.
SOMIERI:
somiere maestro di noce, a tiro, chiuso da 2 ante smussate sui lati (con
smussatura tinta di nero) assicurate da naselli, dotate di maniglie di corda;
all’interno 45 ventilabri con guide laterali e chiusura sul tirante a borsino
con perlina (mancante in corrispondenza di più tiranti). Ordine delle stecche,
dalla facciata: 1. Princ.; 2. Voce um.; 3. Ottava; 4. Flauto; 5. XV; 6. XIX; 7.
XXII; 8. XXVI; 9. XXIX.
Somiere di
basseria di noce, chiuso da anta unica con 2 anelli di ferro assicurata da
naselli e incernierata con striscia di pelle nella parte inferiore; all’interno
9 ventilabri con guide laterali.
CRIVELLO:
di legno; bocche delle canne metalliche interne sotto il crivello, tranne il
séguito del Principale e la Voce umana.
CANNE:
Canne metalliche interne in lega; il Flauto in VIII, cilindrico, presenta almeno
le prime 12 canne tappate con tappo di legno tornito dotato di manico (ricavato
da un unico pezzo) e guarnito di pelle (forse mancano un paio delle canne più
gravi). In fondo al somiere maestro, su trasporti, 6 canne lignee tinte di rosso
del Principale (Do1-La1). Ai lati del somiere maestro, 4 canne lignee analoghe,
per le prime note dell’Ottava.
9 canne
lignee, tinte di rosso e tappate, dei Contrabbassi.
ISCRIZIONI:
All’interno del somiere maestro, cartiglio manoscritto ad inchiostro,
riquadrato: “Damaso de Fedeli Restauravit / Anno Domini 1790”. Sempre
all’interno, sul fianco sinistro della secreta, cartiglio manoscritto a
inchiostro: “Francesco Sabatini ristaurò / l’anno del Signore 1833 / Essendo
Prefetto il P. Pietro Leverati”; sopra l’anta sinistra, incollato sulla cintura
del somiere maestro, cartellino dattiloscritto in rosso e nero: “dominicus
cammara / restauravit / anno iubilaei / mcml / benigno luciano migliorini
episcopo”; sullo stesso cartellino, manoscritto a penna: “Sostituzione
dell’Elettroventilatore fornito dalla Ditta / Tamburini di Crema e restaurato
nuovamente dal sottoscritto / M.o D.co Cammara Rieti
28/1-1978”. Cartellino dattiloscritto incollato sulla parte esterna dell’anta
destra: “accordato da lazzaretti antonio / nel 1960 / viterbo via g. matteotti
22 tel. 2127”. Sulla parete del
Do1 (canna lignea) del Principale, cartiglio a penna: “Anno 1927 / Parocho P.
Guido de Blasiis / organum hunc / P. Michaël-Angelus Tatone / Ordinis Fratrum
Ninorum / restauravit”. Sul muro di fondo della cassa, sopra le canne dei
Contrabbassi, sono graffite le seguenti iscrizioni (in ordine cronologico):
“Alderanus Comes Spada / restauravit / A. D. 1806”; “1847 / Domenico Fedeli”;
“Augusto Gennari restaurò / nell’Aprile dell’Anno / 1855”; “Ottavio Fedri / 1877
/ Giugno”; “Antonio Fedri restaurò / nell’Agosto del 1891 / quanto (sic)
fù decorata in / pittura la Chiesa”; “Antonio Fedri restaurò / nell’anno 1897 e
messa / a corista”.
RESTAURI,
MODIFICHE, AMPLIAMENTI: I numerosi restauri subìti dallo strumento nel
corso dei secoli sono attestati dalle varie iscrizioni riportate sopra. A parte
i più antichi interventi (Damaso Fedeli, 1790; Alderano Spada, 1806; Francesco
Sabatini, 1833; Domenico Fedeli, 1847; Augusto Gennari, 1855; Ottavio Fedri,
1877; Antonio Fedri, 1891 e 1897), che dovettero consistere in ordinarie
operazioni di manutenzione, i più deleteri sono stati quelli condotti dagli
organari novecenteschi (Michelangelo Tatone, 1927; Domenico Cammara 1950 e 1978;
Antonio Lazzaretti, 1960), ad alcuno dei quali si deve attribuire l’eliminazione
degli originari mantici cuneiformi e il rimpiazzo di essi con l’attuale.
STATO DI
CONSERVAZIONE E DI EFFICIENZA: molta polvere all’interno; danni da tarlo
alle parti lignee (particolarmente compromessa la tavola della catenacciatura
dei registri). Alcune canne metalliche presentano squarci alla sommità per
interventi di accordatura condotti senza scrupoli. Scarsamente suonabile.
ESTREMI
REDAZIONALI: sopralluogo: 27.07.2007; stesura scheda: 01.08.2007;
estensore: Paolo Peretti ® Comitato San Domenico
Rieti