L'Organo di  San Michele Arcangelo (Contigliano)
Adriano  Fedeli - 1747 

                 

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La Chiesa

La chiesa di San Michele Arcangelo e' stata edificata tra il 1689 e il 1777 su progetto dell'arch. romano Giovanni Antonio de' Rossi e corredato di cripta decorata nel 1750 dal pittore Gennaro Nicoletti. Il complesso della Collegiata ha la facciata principale suddivisa in due ordini raccordati da due ampie volute, liberamente ispirate ai modelli rinascimentali del Vignola.

L'Organo

L'organo Monumentale, la cui mostra di 12 piedi rimane unica nella provincia reatina, è stato costruito nel 1747 da Adriano Fedeli, anche per merito del mecenatismo operato dalla nobile famiglia dei Varano (vedasi il vicino castello di Terria).
     La cassa e' assolutamente imponente, realizzata in noce, caratterizzata dalle grandi colonne classiche a lato della mostra ad ali divergenti e cuspide centrale (stessa foggia userà Fedeli per la mostra dell'organo in Santa Chiara in Rieti)  e irta di volute, a legno naturale. Quasi duole che una cassa di volume tale racchiuda uno strumento di medie dimensioni; probabilmente la disponibilità economica all'epoca ha consentito questa disposizione, tuttavia abbastanza ricca di strumenti di concerto, ma priva di registri ad ancia. Lo strumento è basato infatti sul Principale di 16 piedi (reale di 12' in facciata, e si estende fino alla XXXVI; Cornetta, Flauti 8', 4' e in XVII completano la consueta disposizione dell'epoca. Sono presenti accessori come il Tiratutti a pedale, l'Uccelliera e 3 Zampogne pastorali.
     La tastiera, di grande estensione (Do1 - Do6) ha 57 tasti e la prima ottava scavezza,  è in avorio finemente lavorata con chioccioline e intarsi sui tasti cromatici, ornata da modiglioni, di foggia tipica della famiglia camerte.

La disposizione fonica dei tiranti è ordinata in 2 colonne alla destra della consolle (eccetto 2 pomelli di accessori posti a sinistra) a finestra con tiranti in ferro e pomelli in ottone tornito,  è disposta come da originale:

RINFORZI AL PEDALE 16'

principale i  16'
(reale dal la1 IN FACCIATA)   
voce umana (S, 8)

principale ii 16'

flauto in ottava

ottava 8'

FLAUTO IN XII
quintadecima 4'
CORNETTA I S
dal sol# 3

decimanona (rit.Fa#5)

CORNETTA II
vigesimaseconda (RIT.dO#5)
 
vigesimasesta
(rIT fA#4,5)
 
vigesimanona
(rIT. dO#4,5)
 

TRIGESIMATERZA
(RIT. fA#3,4,5)

 

TRIGESIMASEstA
(rIT. dO#3,4,5)

 
tira tutti (dalla XIX)

 

Accessori: Uccelliera, Zampogna in Sol, Zampogna in Re (Forte), tiratuttI a pomello e 2 pedaletti a dx della pedaliera

Pedaliera a leggio di 17 tasti

Corista  444 Hz a 26°c


Lo strumento e' stato oggetto di restauro da parte della ditta Ruffatti negli anni '70. Purtroppo il tempo è stato inclemente e lo strumento è degradato nel tempo, fino a presentare problemi di intonazione e di strasuoni,  che rendono l'accordatura instabile ed il ripieno quasi insuonabile.

Nel 2021 un intervento di manutenzione dell'organaro Becchetti di Perugia ha tentato di ridare decenza all'impianto fonico, ma i gravi problemi del somiere non possono essere risolti da interventi di ordinaria manutenzione e le problematiche relative all'intonazione purtroppo permangono. I problemi sono principalmente insorti a causa dell'architettura del larghissimo somiere all'Italiana, che essendo costruito in un unico blocco è particolarmente critico alle modificazioni del legno. Attualmente questo comporta grossi problemi di strasuono, facilmente riscontrabili chiudendo tutti i registri e premendo i tasti del manuale: si udiranno numerosi strasuoni (In gergo l'organo "piange") che nel caso di Contigliano sono veramente impressionanti. Cio' causa fughe d'aria tra un registro e l'altro, rendendo praticamene impossibile la corretta accordatura e pregiudica l'effetto complessivo, che attualmente è molto modesto e sgradevole nel pieno. Oltre a ciò, molte note gravi sono flebili. Il rimedio è solo uno: un restauro del somiere eseguito da maestranze competenti e abilitate, seguito a una re-intonazione dello strumento corretta. Del resto all'estero è prassi consolidata eseguire una grande manutenzione ordinaria ogni 10 anni almeno. Da noi questa pratica non esiste e si attende spesso il completo degrado dello strumento con il conseguente abbandono fino a che non si riesce a rimediare. Come una moderna automobile necessita del tagliando per funzionare... ma è una cosa che non si riesce a fare in Italia.


     Fortunatamente il grande strumento e' assai usato per le funzioni e per una discreta attività concertistica, grazie alla sensibilità del parroco, Don Ercole La Pietra, che ha terminato il suo ufficio alla Collegiata nel 2022. Si spera nella continuazione dell'uso dell'organo.


      Singolare la mancanza di un registro ad ancia per uno strumento di tali dimensioni: nei ricordi di paese si narra (osservazioni di S. Colasanti, ascritte ad un vecchio parroco) di una "bombarda" molto forte: forse una ancia nei bassi della stecca cornetta, presenza insolita ma similare all'uso in molti strumenti romani dell'epoca, che avevano tromba nei bassi e cornetta soprani sempre unita (in molti contratti dell'epoca è descritto questo registro).  Nel restauro di Ruffatti la cosa non è stata probabilmente riscontrata, ed ad oggi non ve ne è traccia sul somiere attuale.

 

La collegiata

La vista dello strumento dall'altare maggiore

La Consolle a finestra, tastiera con frontalini e tasti cromatici finemente decorati

La Mostra di 12' con le tipiche bocche alla Fedeli

L'interno dello strumento, molto agevole il passo d'uomo

Arcobaleno dopo la visita

 

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