COMITATO SAN  DOMENICO ONLUS  

PONTIFICIO ORGANO  "DOM BEDOS-ROUBO" BENEDETTO XVI


BENEDIZIONE DELL'8 DICEMBRE 2008

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Chiesa di San Domenico, Rieti
Lunedì, 8 dicembre 2008


 

Eccellenza Reverendissima,
cari sacerdoti,
illustri Autorità,
cari fedeli!

Dopo aver inaugurato e benedetto il monumentale pontificio organo “Dom Bedos Roubo” Benedetto XVI, che costituisce un vanto non solo per questa chiesa di San Domenico, ma per l’intera vostra Diocesi e per la città di Rieti, ci siamo raccolti in preghiera attorno all’altare per la celebrazione eucaristica. E’ per me un vero piacere presiedere questa solenne concelebrazione nella vostra chiesa di san Domenico, che ben conosco da diversi anni, e che questa sera possiamo ammirare ricostruita. Sono anche contento che ad accompagnare i canti liturgici eseguiti dalla Corale Aurora salutis ci sia, per la prima volta, proprio questo grande organo, costruito a regola d’arte seguendo una antica tradizione. Come i registri, le canne, le tastiere e tutte le altre parti cooperano al buon funzionamento di questo straordinario complesso strumento musicale, che è come una vera orchestra, così anche noi vogliamo lodare il Signore mettendo insieme la varietà delle nostre potenzialità, armonizzando la diversità delle nostre voci e personalità, lasciandoci tutti guidare dall’azione misteriosa dello Spirito Santo, che, come un ottimo maestro d’orchestra, rende ogni comunità cristiana un organismo ben compaginato, un coro a molte voci ma tutte impegnate ad eseguire la stessa melodia. Mentre rendiamo grazie al Signore per questo dono, gli domandiamo, come accennavo prima durante la breve cerimonia di benedizione, che le nostre famiglie, le parrocchie e la Chiesa intera, anzi l’umanità nella sua totalità, possano eseguire il cantico universale della giustizia, della pace e dell’amore.

L’armonia della pace, della giustizia e dell’amore è aspirazione di tutti; sappiamo invece che troppo spesso la cronaca quotidiana è costretta a registrare la cacofonia della violenza e dell’odio, dell’indifferenza e dell’ingiustizia; sappiamo bene anche cosa impedisce di fatto la realizzazione di quel disegno d’amore che risponde al progetto di Dio per l’intera umanità, come ci ha ricordato l’apostolo Paolo nella seconda lettura dell’odierna solennità dell’Immacolata. Scrivendo agli Efesini, l’Apostolo parla in effetti della benedizione di Dio, dalla quale è segnato ogni uomo che viene nel mondo (cfr Ef 1,3-6). E questa benedizione, nella sua essenza, consiste proprio nell'essere predestinati ad essere figli di Dio e chiamati ad una vita santa e immacolata nella carità, vale a dire a una misteriosa ma reale partecipazione alla vita e all'amore propri di Dio, come figli accolti nella sua casa, cioè nel suo stesso cuore. Cosa impedisce, ripeto, il compimento di questo disegno di amore divino?

La nostra esperienza personale, la storia dell’umanità mostrano che a contrastare questo armonioso progetto di Dio per la felicità dell’uomo è l’uomo stesso quando si lascia irretire dal male, quando con il peccato si allontana da Dio, quando lascia che l’egoismo gli si annidi nel cuore. Succede allora – è sempre san Paolo a sottolinearlo - che pur vedendo il bene ed apprezzandolo, l’uomo sceglie di compiere il male. “Io trovo in me – scrive l’Apostolo nella lettera ai Romani – questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mia membra” (7, 21). Questa debolezza, che potremmo dire strutturale all’esser umano, ha la sua ragione – ci insegna la dottrina cristiana – nel peccato originale che da Adamo ed Eva segna tutti gli uomini di ogni epoca. Tutti, eccetto Maria, la madre del Figlio di Dio fatto uomo nel suo seno verginale. Nella sua infinita misericordia, infatti, Iddio ha voluto venirci incontro e, in Gesù Cristo, ci ha liberati dalla schiavitù del peccato rendendoci liberi e capaci di realizzare la vocazione propria dell’essere umano creato a immagine divina, che è l’amore. Ed ha voluto che questo meraviglioso ed universale progetto di salvezza passasse attraverso una donna: Maria preservata da ogni macchia di peccato, come ricordiamo nell’odierna solennità dell’Immacolata Concezione.

Verso lo Vergine Madre quest’oggi, in ogni parte del mondo cattolico, si leva uno sguardo bello, limpido e pieno di gratitudine al di sopra di tutte le brutture e i dolori, le deficienze e i peccati della nostra terrena esistenza. Maria ci appare oggi come l’Innocenza, l’Immacolata, unico esempio, nella luce della grazia di Cristo, di sublime integrità, specchio terso della Bellezza eterna, sfolgorante testimonianza del disegno ineffabile dell’amore misericordioso dell’Onnipotente. Solo lei è tutta e solo di Dio, ed in lei Iddio ci presenta il tipo dell’umanità come Egli l’aveva creata nell’innocenza.

Cari fratelli e sorelle, nelle nostre società secolarizzate, dove purtroppo si ha la sensazione che sia diminuito il gusto e l’esperienza delle cose divine, dove si registra ogni giorno una più grande decadenza di uomini e di costumi, con i diritti del male proclamati calpestando ogni residuo senso di pudore, sembra proprio difficile immaginare che sia possibile vivere senza il gravame del peccato e le sue tristi conseguenze. La società, anzi, sembra essere andata ben oltre, creandosi una moralità soggettiva dove si confonde spesso il bene con il male e si proclamano come diritti umani quelli che invece altro non sono se non desideri individuali da soddisfare.

Dinanzi a così diffusa confusione, brilla con ancor più singolare luminosità il candore dell’Immacolata Concezione, la sola creatura che sia venuta in questo mondo senza macchia, ricca anzi di tutta la pienezza della grazia già nel primo istante del suo concepimento. Così, prima ancora della sua morte in croce, Cristo ha redento in qualche modo tutta l’umanità in Colei che era predestinata ad essere la Madre del Verbo Incarnato. Prima di assumere la carne umana Dio l’ha santificata in Colei che gli sarebbe stata madre. A ragione pertanto celebriamo questa festa nel cuore dell’Avvento, quando ci prepariamo a celebrare il mistero del Natale, il mistero dell’Incarnazione del Verbo nel grembo immacolato di Maria, che è l’evento centrale della storia, predestinato, come dice san Paolo, sin da prima della creazione del mondo. Nell’Immacolata contempliamo la salvezza prevista e preannunciata nel cosiddetto protovangelo, la pagina del libro della Genesi che la Chiesa ci propone oggi come prima lettura; nell’Immacolata intravediamo l’aurora della nuova creazione, che pone termine alla fosca notte del mondo fugando le tenebre dell’errore e del peccato; nell’Immacolata ammiriamo il più splendente miracolo della storia della salvezza, avendo Dio operato in lei cose grandi e per questo tutte le generazioni la proclamano beata.

Cari fratelli e sorelle, è veramente una coincidenza provvidenziale il fatto che l’inaugurazione del nuovo organo avvenga nella festa dell’Immacolata Concezione. Questo ci permette di affidare alla Madonna quanto già è stato realizzato e i progetti che il Comitato San Domenico ha ancora in cantiere per rendere la liturgia sempre più ricca e coinvolgente grazie al contributo della musica sacra. L’uso della musica nella liturgia, come ricorda il Concilio Vaticano II, “costituisce un tesoro di inestimabile valore che eccelle tra le altre espressioni dell’arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della Liturgia solenne” (Sacrosanctum Concilium,112), e chi canta bene, amava ripetere sant’Agostino, prega due volte. Proprio per educare al senso vero della musica voi avete in animo altre realizzazioni come, ad esempio, la Scuola di musica che potrebbe fare di Rieti un punto di riferimento per diverse Chiese particolari, non soltanto perché avete un organo che è unico, ma soprattutto perché, con questa scuola di musica, potreste diventare un centro musicale per formare organisti veri per le Cattedrali e le parrocchie, e per formare Scholae Cantorum che sappiano cantare “inni con arte” (Salmo 48, 8). Altra iniziativa interessante è la Bottega artigiana che il comitato ha intenzione di istituire sotto la guida del Maestro organaro Bartolomeo Formentelli per il recupero dei tanti organi sperduti, dimenticati, abbandonati nelle nostre Chiese non solo a Rieti, ma in tutta Italia e in tutta l’Europa, portando anche una nuova possibilità di impegno e di lavoro per i nostri giovani.

Come non ringraziare coloro che si sono fatti promotori di queste valide iniziative pastorali? Ringrazio e saluto in primo luogo il vostro Vescovo, Mons. Delio Lucarelli; uno speciale ringraziamento va a Mons. Luigi Bardotti, presidente del Comitato di san Domenico e ai suoi collaboratori. Un grazie cordiale alle autorità civili e militari per il la loro presenza e per il sostegno dato a questi progetti. Un saluto speciale all’organista, Marc Pinardel, ai membri della corale Aurora salutis e a tutti voi presenti, cari fedeli. Mi piace trasmettervi il saluto e la benedizione del Santo Padre, che ho informato di questa bella iniziativa e che ha concesso il suo nome e il titolo di pontificio al vostro grande e monumentale organo.

Concludiamo rivolgendo ancora una volta il nostro sguardo verso Maria. In questa vostra chiesa c’è una bella immagine della Madonna, ritratta mentre copre noi, suoi figli, con il suo manto; anzi ci difende con il suo manto dai dardi della giustizia divina che vanno a spuntarsi proprio su quel manto materno. Quanta tenerezza in questa raffigurazione che ci offre un esempio, molto significativo, del ruolo materno che la Vergine Immacolata svolge nei nostri confronti: Maria ci protegge dal male schiacciando la testa del serpente tentatore, e intercede per noi presso l’Onnipotente Iddio trattenendo con materna intercessione il braccio della sua giustizia. Rifugio dei peccatori, Aiuto dei cristiani, Consolatrice degli afflitti, Madre di misericordia… quante altre invocazioni le rivolge il popolo cristiano, animato da fede sincera e da fiducia. Anche noi oggi la preghiamo perché ci aiuti ad essere fedeli alla nostra vocazione cristiana, e ci renda docili ed obbedienti ai disegni divini affinché, come quest’organo, ognuno di noi e tutti insieme nelle nostre comunità possiamo eseguire con gioia il cantico della nostra vita a lode e gloria del Signore. Amen!